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L’affermazione dello stato di diritto rende più sicuri gli investimenti stranieri in Cina – IC&Partners
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L’affermazione dello stato di diritto rende più sicuri gli investimenti stranieri in Cina

CINA.IC&Partners

IC&Partners Asia

Dalla lettura del 13° Piano quinquennale della Cina, emerge l’immagine di una nazione che vuole dimostrare di possedere i numeri ma soprattutto le qualità per essere considerato uno dei Paesi leader nel consesso internazionale.

 

Questo ambizioso obiettivo è il comune denominatore delle riforme giuridiche che la leadership cinese si propone di attuare prima del 2021 (anno in cui si celebrerà il centesimo anniversario della nascita del Partito Comunista Cinese).

 

Il Piano relativo al periodo 2016-2020 si distingue dai precedenti non solo per la decisione della classe politica Cinese di privilegiare la qualità dello sviluppo rispetto alla quantità della crescita ma anche per la chiara volontà di combattere quei fenomeni di corruzione, clientelismo e disuguaglianza che hanno caratterizzato finora il capitalismo cinese.

 

La classe dirigente cinese sembra essersi resa conto che, per indirizzare il Paese verso un modello sostenibile (senza che ciò rallenti lo sviluppo), occorre che la Cina costruisca pienamente uno stato di diritto in cui sia garantita la certezza e l’imparzialità nell’applicazione delle norme, superando in questo modo quelle disuguaglianze e quei fenomeni distorsivi del sistema che possono causare instabilità e conflittualità sociale.

 

Infatti, nel Piano quinquennale viene affermato con forza il principio di uguaglianza, che implica il rispetto dell’autorità della Costituzione e delle leggi da parte di tutti i soggetti, pubblici e privati: il fatto che non solo i cittadini ma anche gli organi dello Stato e  le amministrazioni pubbliche locali siano tenuti ad operare nell’ambito di un quadro di legalità riduce drasticamente i margini di discrezionalità della loro attività ed il conseguente rischio di episodi di malaffare e corruzione.

 

In questo contesto, si colloca anche l’obiettivo del governo cinese di continuare a promuovere la codificazione del diritto cinese e, in particolare, la redazione di un unico Codice Civile che sostituisca le numerose leggi che oggi affollano il complesso quadro normativo del diritto civile cinese.

 

Il futuro codice civile recepirà le principali leggi civilistiche attualmente in vigore (in particolare, “I principi generali di diritto civile” del 1986, la “Legge sui contratti” del 1999, la “Legge sui diritti reali” del 2007, la “Legge sulla responsabilità extracontrattuale” del 2010) e si articolerà in una prima parte, nella quale saranno riportati i principi generali, ed una seconda parte dedicata alla disciplina di specifici ambiti del diritto civile: i diritti della personalità, il diritto di famiglia, il diritto successorio, i diritti reali, la parte generale sulle obbligazioni, i contratti, la responsabilità extracontrattuale.

 

Questa volontà di razionalizzare il sistema normativo risponde anche all’esigenza degli investitori stranieri di avere solide garanzie in materia giuridica affinché i loro ingenti impegni economici siano tutelati da una legislazione certa e puntuale. L’obiettivo enunciato nel Piano di una piena attuazione dello stato di diritto rappresenta quindi una buona notizia per le aziende straniere presenti in Cina dal momento che alla costante crescita economica e alla forte stabilità politica si affiancheranno sempre più la certezza del diritto e l’imparziale applicazione della legge da parte dei giudici cinesi.

 

Non a caso la riforma del sistema giudiziario viene menzionata nel Piano quinquennale come uno dei principali strumenti attraverso cui attuare questa transizione verso la piena realizzazione dello stato di diritto: il Piano quinquennale indica chiaramente la volontà di limitare il potere discrezionale dei giudici nell’applicare la legge e di rafforzare le tutele per i cittadini e le aziende al fine di evitare che siano vittime di sentenze errate, come purtroppo e’ accaduto in passato.

 

Le Corti cinesi sono chiamate a creare un ambiente favorevole allo sviluppo economico, garantendo processi equi, regolamentati da procedure certe e trasparenti; questa riforma si inquadra nell’ambito della battaglia intrapresa dalla leadership di Xi Jinping contro i numerosi errori giudiziari che nell’ultimo decennio hanno coinvolto gli organi di pubblica sicurezza, le procure ed i tribunali cinesi.

 

Coerentemente con la strategia adottata da Xi Jinping fin dalla sua nomina al vertice del Paese, la Cina punterà a rafforzare la legislazione in materia di lotta alla corruzione in modo da garantire una maggiore responsabilità dei funzionari pubblici e dei magistrati, rendendo più facile l’identificazione e la condanna di coloro che nell’apparato di sicurezza e nel sistema giudiziario cinese si rendono responsabili di ingiustizie nei confronti dei comuni cittadini.