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CETA, al via l’accordo commerciale provvisorio con il Canada – IC&Partners
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CETA, al via l’accordo commerciale provvisorio con il Canada

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Lo scorso 21 settembre è entrato in vigore, anche se in via provvisoria, l’accordo commerciale di libero scambio tra l’Unione Europea e il Canada, il CETA  – Comprehensive Economic and Trade Agreement.

L’accordo prevede la rimozione di oltre il 98% dei dazi in vigore sui prodotti non agricoli e di circa il 92% per quelli agricoli, storicamente elevati e di conseguenza fortemente influenti sull’efficienza dei flussi commerciali tra le due aree economiche.

 

La ricaduta economica della cancellazione dei dazi

In termini pratici, le parti sopprimono tutti i dazi doganali sulle merci, salvo non diversamente previsto. Per esempio sulle cravatte di origine Europea che nel 2016 hanno registrato quasi 5,5 milioni di dollari di export dall’Italia verso il Canada, viene abolito il dazio che in media pesava il 17% sul valore delle merci esportate. Esempio ancora più rilevante si può fare con l’aceto, che ha registrato nel 2016 un export dall’Italia verso il Canada di oltre 15 milioni di dollari, che vedrà da un lato l’abolizione dei dazi, che attualmente pesavano per il 17% sul valore del prodotto, e dall’altra la tutela prevista dal CETA di alcune Indicazione Geografiche Protette (IGP) e Denominazioni di origine Protetta (DOP) come nel caso dell’Aceto Balsamico di Modena.

 

A riprova delle potenzialità dell’export italiano rispetto al territorio canadese si ricorda come nel 2016 i prodotti agroalimentari abbiano rappresentato oltre il 10% dei quasi 3,7 miliardi di euro di esportazioni italiane, con i vini che con oltre 305 milioni di euro sono risultati il prodotto in assoluto più esportato dall’Italia verso il Paese Nordamericano, davanti a olio d’oliva (104 milioni di euro e 2,8% totale) e formaggi e latticini (45 milioni di euro e 1,2% complessivo).

 

Di rilievo è inoltre la tutela che il CETA prevede per 173 indicazioni geografiche europee, di cui ben 41 italiane, dato inferiore solamente a quello francese, con 42 prodotti transalpini tutelati. Tra i prodotti nostrani oggetto di salvaguardia si ricordano l’Aceto di Modena, il Prosciutto di San Daniele, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola e la Bresaola della Valtellina. Questi saranno ufficialmente riconosciuti come Made in Italy per distinguerli opportunamente dai prodotti, come per esempio il Parmesan o il Combonzola, che, a causa del fenomeno dell’Italian Sounding, vanno a danneggiare i marchi autenticamente italiani promuovendo e commercializzando beni per nulla riconducibili al nostro Paese.