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Paese che vai usanza che trovi – IC&Partners
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Paese che vai usanza che trovi

L’ Ungheria non è un paese dell’Est

„Paese che vai usanza che trovi” è un motto sempre valido. Soprattutto per quanto riguarda le abitudini e le regole non scritte da tenere presente quando si intrecciano rapporti di affari con controparti ungheresi. Spesso buoni affari sfumano perché un atteggiamento che per una parte è assolutamente banale, per l’altra è poco conveniente se non addirittura offensivo.  Vediamo quindi come dovrebbe porsi l’imprenditore italiano per chiudere le trattative nel modo più efficace  possibile.

 

Regole per costruire solide relazioni con gli ungheresi

Prima di tutto, e in particolar modo per coloro che approcciano per la prima volta il mercato ungherese, è opportuno  tenere a mente che l’ Ungheria è un paese della Mitteleuropa, con fortissimi richiami storici e culturali all’impero asburgico. Gli ungheresi non amano sentirsi definire paese dell’Est. Inoltre l’imprenditore italiano non deve dimenticare che l’economia ungherese, come quelle dei paesi che hanno aderito all’Unione Europea quasi quindici anni fa, è in decisa e costante crescita. Ci si trova quindi di fronte a imprenditori abituati alle regole del mercato europeo, con forti legami con le economie più importanti del continente. Bisogna quindi togliersi dalla testa lo stereotipo dei paesi dell’Est.

Veniamo ora alle regole del business engagement.

  • Come prima cosa l’orario di un incontro deve essere assolutamente rispettato. L’ungherese fa fatica a tollerare i ritardi.
  • Gli ungheresi difficilmente alzano la voce e gesticolano, per cui è opportuno non vociare o agitarsi. Gli ungheresi sono dotati di buono spirito commerciale, per cui condurre trattative con loro non è complesso, ma bisogna ricordarsi che poi gli ungheresi si aspettano sempre qualcosa di scritto, una offerta, un contratto, un report. Verba volant, scripta manent.
  • Posto che le trattative vadano in porto, di che cosa si può discutere con gli ungheresi a cena? L’ Ungheria ha una storia millenaria, e gli ungheresi ne sono molto orgogliosi. Sarebbe opportuno avere qualche infarinatura di storia locale, che sarà sicuramente apprezzata: ad esempio un buon tema potrebbe essere di discutere di Garibaldi e delle comuni lotte per l’indipendenza nel periodo risorgimentale.
  • L’ungherese apprezza se lo straniero prova a dire qualche parola di magiaro, ma attenzione, il magiaro è una lingua complessa con quarantaquattro lettere dell’alfabeto, con accenti a volontà, e un accento sbagliato cambia completamento il senso di una parola, per cui consigliamo moderazione per evitare drammatici imbarazzi.
  • La politica è un argomento ugualmente da trattare con delicatezza, l’ungherese ha un timore atavico a dire le proprie opinioni, memore delle ossessive sorveglianze degli anni ’50.

 

In ogni caso l’ Ungheria è terra di grandi vini e un buon brindisi è il modo migliore per superare ogni impasse. Egészségére!

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