m
Our Mission Statement
This is Photoshop's version of Loremer Ipsn gravida nibh vel velit auctoregorie sam alquet.Aenean sollicitudin, lorem quis bibendum auci elit consequat ipsutis sem nibh id elit.
Follow Us
Top
2020: Occhi puntati sulla Polonia – IC&Partners
10630
post-template-default,single,single-post,postid-10630,single-format-standard,mkd-core-1.0.2,translatepress-it_IT,highrise-ver-1.4,,mkd-smooth-page-transitions,mkd-ajax,mkd-grid-1300,mkd-blog-installed,mkd-header-standard,mkd-sticky-header-on-scroll-up,mkd-default-mobile-header,mkd-sticky-up-mobile-header,mkd-dropdown-slide-from-bottom,mkd-dark-header,mkd-full-width-wide-menu,mkd-header-standard-in-grid-shadow-disable,mkd-side-menu-slide-from-right,wpb-js-composer js-comp-ver-7.5,vc_responsive

2020: Occhi puntati sulla Polonia

Negli ultimi 30 anni la Polonia ha attraversato un periodo di forte espansione economica, e nonostante l’economia mondiale paga il prezzo della guerra dei dazi con crescite ferme al 3% e stime per il futuro precarie, la Polonia nel 2020 continuerà la sua crescita (PIL 3,1%) e farà certamente meglio degli altri Paesi europei (PIL Medio 1,8%). Queste le stime del FMI nell’ultimo “World Economic Outlook”.

Il segreto del successo dell’economia polacca è un insieme di diversi fattori: un ruolo fondamentale lo hanno giocato i distretti industriali, gli investimenti esteri, i fondi europei e la forza lavoro qualificata a buon prezzo.

Negli ultimi anni la Polonia ha sperimentato una diminuzione del tasso di disoccupazione insieme alla crescita dei salari. Dal 2014, oltre un milione di ucraini si sono stanziati in Polonia per motivi lavorativi, si calcola che questo afflusso abbia contribuito all’11% della crescita del PIL nazionale, aiutando a colmare le richieste interne del mercato del lavoro, su cui pesa ancora il fenomeno dell’emigrazione polacca verso altri Paesi dell’UE. 

Ciò ha permesso alle aziende di tutta l’economia polacca, dall’agricoltura e dalle aziende manifatturiere ai centri di servizi, di continuare a crescere moderando l’inflazione dei salari.

L’economia è cresciuta anche grazie agli incentivi fiscali e ai fondi europei. Dal 2004, la Polonia ha ricevuto finanziamenti per oltre 100 miliardi di euro, che hanno consentito ingenti investimenti in infrastrutture, oltre a sostenere l’agricoltura e la formazione di nuove imprese.  L’attuale programmazione sta per concludersi e le prime proposte per il periodo 2021-2027, prevedono una riduzione di tali finanziamenti i quali si attesteranno a circa 14,5 miliardi di euro nel quinquennio.

Ciò è il risultato di una serie di fattori, tra cui il desiderio dell’UE di ridurre i finanziamenti per la politica agricola comune (PAC) e le politiche di coesione, l’uscita del Regno Unito dall’UE. Il mix di questi fattori, unito all’aumento generale del benessere del Paese, riduce il pool complessivo di finanziamenti UE previsti per i prossimi anni.

Proprio soffermandosi sulla Brexit, la vittoria elettorale del partito conservatore a dicembre indica che il risultato finale sarà una “hard Brexit” negoziata. C’è un lato positivo di questa faccenda. Il Regno Unito ha visto il numero di polacchi nel Paese diminuire per la prima volta, con un calo di 85.000 cittadini stranieri registrati nel 2018, secondo la ricerca dell’Istituto di Statistica Polacco (Główny Urząd Statystyczny: GUS) che ha elaborato i dati dell’Office of National Statistics (ONS). Questo processo probabilmente accelererà mentre l’economia britannica continuerà a ristagnare, in parallelo la Polonia continuerà a crescere, anche se a un ritmo più lento, riducendo il divario di reddito tra i due Paesi e rendendo il ritorno in Polonia una scelta più interessante.

Il ritorno degli espatriati polacchi provenienti dal Regno Unito potrebbe riportare una forza lavoro che ha acquisito un alto livello di competenze e istruzione, il che potrebbe contribuire a colmare le crescenti carenze di manodopera e formare nuove startup nel Paese. La Brexit potrebbe anche fornire un’interessante opportunità alla Polonia in termini IDE. Infatti potrebbe fungere da base futura per quelle società che decideranno di trasferirsi a causa della Brexit. Le norme dell’UE imporranno alle società di mantenere una sede nell’UE perché solo quella britannica non sarà sufficiente, la Polonia sarà dunque in una posizione di vantaggio grazie alla sua economia sana, al suo grande mercato interno di 38 milioni di abitanti e alla sua forza lavoro qualificata, ma ancora relativamente economica.

In conclusione la Polonia continua ad essere un partner interessante per le aziende italiane. A quelle desiderose di avviare un processo di export o di insediamento locale ricordiamo che i nostri uffici sono presenti a Varsavia. Se intendi avviare o consolidare la presenza della tua azienda in questo Paese contattaci compilando questo form

Fonte: Poland Today su elaborazioni IC&Partners Poland, info@icpartners.it