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Russia esclusa dai nuovi dazi americani: le ragioni dietro la scelta e le possibili conseguenze – IC&Partners
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Russia esclusa dai nuovi dazi americani: le ragioni dietro la scelta e le possibili conseguenze

La recente ondata di nuovi dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti ha suscitato sorpresa per un’inattesa esclusione: quella della Russia. Questa decisione, apparentemente controcorrente, non è priva di una sua logica, inserendosi nel complesso scenario negoziale in corso tra Washington e Mosca. I colloqui bilaterali spaziano ben oltre la crisi ucraina, toccando con ogni probabilità dinamiche globali che coinvolgono anche la Cina e gli equilibri internazionali.

È inoltre fondamentale considerare la realtà degli scambi commerciali attuali tra i due paesi. L’interscambio Russia-USA si attesta su minimi storici, con esportazioni russe verso gli Stati Uniti che si aggirano intorno ai 3 miliardi di dollari. In questo contesto, l’impatto di eventuali dazi sarebbe stato comunque limitato.

Tuttavia, il rapido evolversi del panorama geopolitico ed economico globale, con la potenziale formazione di nuove alleanze e strategie tattiche tra nazioni e blocchi, introduce un elemento di incertezza.

Al momento, ogni previsione risulterebbe azzardata. Possiamo tuttavia ipotizzare che la Russia continuerà a perseguire la sua strategia abituale nella gestione delle esportazioni di materie prime, che rappresentano i due terzi delle entrate statali.

Questa strategia si troverà a fronteggiare una sfida significativa in un contesto internazionale caratterizzato da incertezza, se non recessione, e dalla conseguente pressione al ribasso sui prezzi del petrolio (la principale voce delle esportazioni russe). Attualmente, il Brent è quotato intorno ai 64 dollari al barile, mentre l’Urals russo sconta abitualmente un differenziale negativo di 3-7 dollari, con la possibilità di ulteriori ribassi legati ai rischi geopolitici e al quadro sanzionatorio. Considerando un costo medio di produzione in Russia di circa 49 dollari al barile per i giacimenti attivi, i margini di profitto appaiono ridotti. Nel medio termine, questa situazione potrebbe esercitare una pressione sulla Russia, spingendola a riconsiderare la propria strategia geopolitica e aprendo potenzialmente nuove opportunità di business.

Elaborazioni a cura di IC Trade, news@icpartners.it