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L’economia cinese continua a crescere ma a ritmi meno sostenuti – IC&Partners
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L’economia cinese continua a crescere ma a ritmi meno sostenuti

Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rialzato le previsioni di crescita del PIL cinese per il 2024 portandolo al 4,6%, un dato comunque inferiore a quello del 2023 che ha visto la Cina crescere del 5.2% rispetto all’anno precedente.

Il 2023 è stato per la Cina il primo anno di ripresa dell’economia dopo la tardiva decisione del governo di rimuovere le restrizioni legate al Covid; la crescita del 5,2% è stata in linea con le aspettative, superiore all’obiettivo di crescita fissato dal governo cinese (ovvero il 5%). Si tratta, quindi, di un’economia in fase di ripresa che tuttavia sta affrontando problemi importanti come un forte incremento della disoccupazione giovanile, le difficoltà finanziarie delle amministrazioni locali (dopo tre anni di notevoli spese causate dalla pandemia), la crisi del settore immobiliare e la scarsa fiducia dei consumatori innescata proprio dalla flessione del real-estate.

Da segnalare anche la crisi demografica che ha determinato un calo della popolazione (nel 2023 c’è stato il sorpasso da parte dell’India come Paese più popolato al mondo); secondo alcuni studi, il problema demografico è destinato a permanere in quanto i giovani cinesi stanno scegliendo di fare sempre meno figli nonostante gli incentivi governativi (una situazione del tutto opposta a quella degli anni Ottanta, quando venne implementata la politica del figlio unico).

Nel 2023, il commercio estero è stato un altro punto debole dell’economia cinese in quanto c’è stato un calo significativo rispetto all’anno precedente anche causato dall’inflazione nei principali mercati esteri e da una conseguente riduzione degli acquisti. In particolare, il commercio bilaterale totale con i Paesi dell’ASEAN (ovvero il sud-est asiatico) ha visto un calo del 5,3% su base annua. Contrazioni ancora più forti sono state registrate anche nel commercio bilaterale con l’Unione Europea (-7,6%) e gli Stati Uniti (-12,2%). L’unica importante eccezione a questo calo del commercio estero è rappresentata dal commercio con la Russia che ha raggiunto quasi 220 miliardi di dollari, con un aumento del 26,7% rispetto all’anno precedente poiché l’embargo e le sanzioni occidentali (varate a seguito del conflitto russo-ucraino) hanno avvicinato la Russia alla Cina anche sul piano commerciale.

Indicatori positivi si sono registrati nel 2023 per i servizi; in particolare, quei settori che nel 2022 hanno sofferto a causa del COVID (come la ristorazione, l’ospitalità e la logistica) hanno registrato nel 2023 risultati particolarmente positivi. Inoltre, lo scorso anno si è avuto un aumento dei consumi interni che hanno portato ad un incremento di oltre il 7% delle vendite al dettaglio di beni di consumo (in particolare, lo shopping online continua a crescere a ritmi sostenuti e ad avere un ruolo sempre più importante nel mercato cinese). Nel 2024, la Cina punta a rafforzare i consumi interni e, in tal senso, sono state recentemente annunciate una serie di misure, come incentivi all’acquisto di veicoli ed elettrodomestici e finanziamenti per la ristrutturazione delle vecchie abitazioni.

Un altro dato interessante è che 2023 il numero di nuove società estere registrate in Cina è cresciuto di oltre il 30% rispetto al 2022, con un totale di quasi 42.000 nuove società a partecipazione straniera registrate in Cina.

In generale, l’economia della Cina, nonostante la crisi del settore immobiliare e gli altri problemi menzionati, continua a crescere (ma a ritmi meno sostenuti rispetto al passato) anche grazie alle recenti politiche economiche, fiscali e monetarie varate dal governo che stanno assumendo un ruolo di primo piano nel sostenere la ripresa permettendo di ristabilire la fiducia tra le imprese e le famiglie.

Fonte: elaborazioni a cura di IC&Partners Cina ufficio Shanghai, news@icpartners.it

 

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