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Perché puntare sul Vietnam? – IC&Partners
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Perché puntare sul Vietnam?

Il Vietnam, con oltre 94 milioni di abitanti, un PIL di 202 mld di dollari un tasso di crescita economico di +7,1% rappresenta uno dei principali partner nell’area del sud-est asiatica e il primo paese ASEAN per interscambio commerciale con l’Italia.

I motivi per cui puntare sul Vietnam sono molteplici:

  • Innanzitutto la crescita economica in atto e che perdurearà per i prossimi anni.

La crescita si è innescata nel 1986 grazie alle riforme economiche e politiche (cd Đổi mới) imposte dal governo con l’obiettivo di creare un’economia di mercato socialista. Riforme che hanno aperto il Vietnam al libero mercato e all’integrazione nell’economia mondiale.

  • Per via dell’accordo commerciale con l’Europa. Siglato a giugno 2019 ed in fase di ratifica: EU-Vietnam free trade agreement (EVFTA), con il quale l`Europa eliminerà le tariffe sui beni scambiati tra le due parti. L’accordo include anche un forte impegno legalmente vincolante per lo sviluppo sostenibile, incluso il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori, della protezione ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici, con un esplicito riferimento all’Accordo di Parigi
  • La manodopera qualificata e a basso costo. La legislazione prevede un salario minimo attorno ai 60 dollari al mese. Il costo nelle aree più sviluppate (Ho Chi Minh City e Hanoi) va da un minimo di 70 dollari per mansioni poco qualificate a 230 dollari per operai/e specializzati a 400/600 dollari per tecnici ben preparati (laurea breve) o capireparto esperti.
  • I costi di produzione sono contenuti.
  • La presenza di incentivi che attraggono gli investimenti stranieri. In poco tempo è possibile costruire una società e avviare un’attività produttiva. La soluzione più diffusa è l’insediamento in uno dei 200 Parchi industriali che spesso offrono oltre ai servizi base (allacciamenti idrici, elettrici, parcheggi, movimentazione carichi) anche supporto amministrativo in fase di avvio dell’investimento (iter burocratici, permessi, reperimento manodopera, corsi di formazione). Ma soprattutto esistono numerose agevolazioni fiscali per attività qualificate e localizzate in aree svantaggiate che danno diritto a esenzioni fiscali parziali o totali per periodi che vannio da 5 a 10 anni.

Secondo la Foreign investment agency, nei primi 4 mesi del 2019 il Vietnam ha ricevuto dall’estero investimenti per 14,59 miliardi di dollari, in crescita dell’81% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Attualmente Il settore prevalente che sostiene la crescita economica è quello manifatturiero che  ha attratto oltre 10 miliardi di dollari di investimenti stranieri, il 72% del totale, mentre seguono a grande distanza l’immobiliare con 1,1 miliardi e il retail con 740 milioni di dollari.

A dirigersi oggi in Vietnam sono aziende di 80 Paesi diversi, ma per gran parte vicini asiatici come Hong Kong (con 4,7 miliardi di dollari, un terzo del totale), Corea del Sud (con 1,98 miliardi) e Singapore( con 1,87 miliardi di dollari). Gli investimenti diretti esteri, sono attratti dagli incentivi  e dalla disponibilità di manodopera giovane qualificata e  a basso costo.

Nel 2018 l’industria tessile ha esportato prodotti per 36 miliardi di dollari, in crescita del 16% rispetto al 2017. Il Vietnam rappresenta il terzo esportatore di tessile e abbigliamento nel mondo, dopo la Cina e il Bangladesh. Oltre 2,5 milioni di lavoratori sono impiegati in 6.000 aziende, che per la maggior parte non hanno un proprio brand.

Grazie anche agli accordi di libero scambio, il mercato interno è dominato dalle insegne straniere: ZaraH&MTopshopOld Navy, che producono nel Paese attraverso fornitori locali.

Un settore nel quale c’è molto da fare e che potrebbero esserci opportunità per le aziende italiane è l’economia digitale. La tecnologia infatti al momento non è uno dei punti di forza dell’industria vietnamita, ma sul quale si sta puntanto. Infatti Vu Dai Thang, viceministro della pianificazione, ha recentemente stanziato  9 miliardi di dollari al settore economia digitale, puntando a raggiungere 30 miliardi nel 2025.

La struttura industriale vietnamita è costituita al 96% da PMI, dotate di forte dinamismo e determinate ad acquisire prodotti, macchinari, tecnologia e modelli di sviluppo avanzati, per potersi inserire nelle catene produttive internazionali e beneficiare dei vantaggi offerti dagli accordi di libero scambio di cui il Vietnam fa parte (16 quelli in vigore). Le liberalizzazioni tariffarie previste da tali accordi hanno effetti non solo sulle importazioni ma anche sulla produzione destinata all`esportazione, sottolineando il profilo di hub manifatturiero del  Vietnam.

L’Italia è presente in Vietnam, sia dal punto di vista commerciale che produttivo. Le relazioni tra i due Paesi sono positive.  Nel 2018, secondo i dati provvisori dell’ISTAT, le esportazioni verso l’Italia sono aumentate dello 0,44% rispetto al 2017, raggiungendo i 2,5 miliardi di Euro. Le importazioni dall’Italia, hanno registrato, nello stesso periodo, un aumento dell’11,16%, per un totale di 1,3 miliardi di Euro (siamo il secondo esportatore europeo dopo la Germania). 

I settori su cui vale la pena investire nel 2019 sono senz’altro: il tessile, l’arredamento, i prodotti dell’agricoltura, pesca e silvicoltura e le attività immobiliari, mentre i prodotti da vendere sono senz’altro: Macchinari e apparecchiature, Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, Prodotti alimentari e Mobili.