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Ungheria: cosa accade se non si deposita il bilancio d’esercizio – IC&Partners
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Ungheria: cosa accade se non si deposita il bilancio d’esercizio

Il deposito del bilancio annuale è preceduto da un periodo di grande attività per i professionisti e per le aziende, che devono valutare i dati preliminari, confrontarli con i previsionali, operare delle rettifiche, integrare costi e ricavi. A volte succede che non tutti i dati sono disponibili in tempo, e non è possibile rispettare le scadenze per il deposito e la pubblicazione del bilancio annuale. Qui brevemente trattiamo le conseguenze, a breve e medio termine, del mancato rispetto delle scadenze. È un argomento che negli ultimi anni è diventato sempre più di attualità: dopo la riforma dei primi anni ’10 e grazie alla progressiva digitalizzazione dei processi, il Registro Imprese, l’Agenzia delle Imposte NAV e il Ministero di Giustizia comunicano direttamente tra di loro in modo automatico, e pertanto ogni mancato deposito di dichiarazioni fiscali e del bilancio è conosciuto praticamente in tempo reale dalle tre autorità di riferimento. Non è più possibile quindi, come poteva accadere in passato, che per anni non vengano depositati i bilanci e l’azienda rimanga nel contempo operativa.

Fase 1: sollecito

Poiché l’autorità fiscale ha sempre avuto un approccio bonario e collaborativo con i soggetti d’imposta, il primo atto che segue il mancato deposito del bilancio e delle dichiarazioni dei redditi è un sollecito, che viene inviato in modo elettronico tramite il portale ügyfèlkapu. Il sollecito non fissa sanzioni ma pone un termine stretto, tra 8 e 15 giorni, per la regolarizzazione della posizione.

Fase 2: sanzioni

Se il termine fissato nel sollecito non viene rispettato, la NAV stabilisce delle sanzioni, tra 100.000 HUF e 300.000 HUF, che sono immediatamente escutibili. Permane l’obbligo di regolarizzare la posizione fiscale.

Fase 3: sospensione del codice fiscale

Tra il termine originale per il deposito del bilancio o delle dichiarazioni fiscali e questa fase possono passare anche vari mesi, come detto prima il Fisco non ha un atteggiamento punitivo per le aziende inadempienti. Tuttavia, quando si arriva in questa terza fase le conseguenze cominciano ad essere più rilevanti. In persistenza dell’irregolarità fiscale, a cui il contribuente non vuole porre rimedio, la NAV sospende l’operatività del codice fiscale. Ciò viene fatto con comunicazione automatica al Registro Imprese, che aggiorna in tempo reale la visura della società nella parte relativa al codice fiscale. La società con codice fiscale non operativo non può emettere e ricevere fatture, è come fosse un „fantasma” dal punto di vista fiscale. La comunicazione viene notificata alla società tramite il portale „ügyfèlkapu”.

È possibile recuperare l’operatività del codice fiscale sanando le irregolarità e depositando i bilanci e le dichiarazioni mancanti, tuttavia i tempi sono molto stretti, da 3 a 8 giorni. Dopo aver sistemato le irregolarità è necessario inviare un modulo alla NAV per richiedere di ristabilire l’operatività del codice fiscale, che viene ripristinata immediatamente.

Anche nel caso in cui un codice fiscale sospeso viene ripristinato, questo è un fatto non rimane senza conseguenze: infatti nel caso in cui la società sia unipersonale, il socio unico non può costituire per 5 anni nuove società dove ha la maggioranza assoluta. Il socio unico, indipendentemente che sia persona fisica o giuridica, potrà quindi costituire newco solo con partecipazione inferiore al 50%.

Fase 4: cancellazione coatta

Se nemmeno la sospensione del codice fiscale costituisce motivo sufficiente per adempiere con urgenza alla regolarizzazione della posizione, la NAV entro quindici giorni si rivolge al Tribunale e promuove un’azione giudiziale che porta la società in stato di „cancellazione coatta”. È una procedura concorsuale diversa dal fallimento e può essere promossa dalla NAV per vari motivi oltre al mancato deposito di dichiarazioni e bilanci (per esempio anche nel caso in cui la società non è reperibile presso la sede sociale). Il Giudice del Tribunale in questo caso emette un decreto che entra in vigore al momento della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e pone la società in stato di „cancellazione coatta”. A questo punto l’unica scappatoia per interrompere la procedura in Tribunale è di regolarizzare la posizione in tempi molto rapidi e richiedere altrettanto velocemente il ripristino del codice fiscale. Infatti secondo l’articolo 91 comma 3 della Legge Fallimentare, il Tribunale sospende la procedura se, prima della pubblicazione del decreto, ha informazione che la NAV ha ripristinato il codice fiscale e rimesso la società in good-standing.

Se l’irregolarità permane anche al momento della pubblicazione del decreto, le conseguenze sono gravi: la società non può operare, i conti correnti sono bloccati, l’amministratore automaticamente viene sospeso.

Poiché l’intento del legislatore è dare la possibilità di sanare la situazione senza avviare inutili procedure legali, l’ultima spiaggia per la società è regolarizzare la sua posizione entro 90 giorni, presentando ricorso al Tribunale e pagando una sanzione. Entro tale termine, perentorio, il Tribunale se ritiene che i documenti dimostrino l’effettivo ripristino dello status societario, sospende la procedura di „cancellazione coatta”.

L’amministratore di una società che è stata in „cancellazione coatta” per cinque anni non può più essere amministratore, socio di maggioranza, sindaco di società.

È molto importante quindi essere sempre in good standing per ciò che riguarda i rapporti con il Fisco, altrimenti si rischia di entrare in una spirale che può portare a conseguenze irreparabili se non si agisce in tempo.

I professionisti di IC&Partners Budapest hanno predisposto il “pacchetto salvagente” per venire incontro alle società che, anche senza avere responsabilità diretta, si trovano in questa spiacevole situazione, e che vorrebbero trovare una via d’uscita. In caso di necessità invitiamo a contattare IC&Partners Budapest per maggiori approfondimenti.

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Fonte: Elaborazioni a cura di IC&Partners Ungheria, news@icpartners.it – riproduzione riservata