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La gestione della sicurezza: implementazione nel settore construction internazionale – IC&Partners
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La gestione della sicurezza: implementazione nel settore construction internazionale

sicurezza

Oggi le aziende che si occupano di cantieri, sia nel settore civile che nel settore dei montaggi metalmeccanici, operano sempre di più nei mercati esteri; le aziende italiane del settore sono attive stabilmente in 89 Paesi con contratti di costruzione per oltre 87 miliardi di Euro (fonte: Rapporto Ance ottobbre/2016). Da qui si intuisce l’importanza della corretta gestione del tema della sicurezza in cantiere, argomento articolato e che tratteremo in questa e in prossime newsletter dedicate.

 

Infatti, le opportunità che offrono i paesi emergenti spingono le aziende a puntare sempre di più su una organizzazione di gruppo, costituito da una costellazione di branch o companies estere sottoposte al coordinamento di una sede centrale, headquarters.

 

Le modalità di gestione del personale e, più in dettaglio, anche di gestione della sicurezza segue di pari passo le modalità in cui l’azienda intende strutturarsi, nonché le formalità di carattere amministrativo in tema di organizzazione, tassazione e retribuzione.

 

Un primo passo nell’implementare al meglio un piano d’azione dedicato agli aspetti di security, salute e sicurezza per queste realtà comprende:

  • Identificazione dei requisiti normativi cui deve sottostare il personale che opera nel paese estero, nonché i requisiti che si pensa il committente chiederà di rispettare, a livello documentale e a livello operativo. Questi requisiti sono tecnici e professionali. Inoltre si dovrà individuare il sistema di delega di funzioni effettivo e compatibile anche con i requisiti legali del paese ospitante
  • Elaborazione del documento di valutazione dei rischi aziendale dinamico, che permetta una semplice estrapolazione dei rischi per progetto nonché il suo aggiornamento continuo.

 

Dall’esperienza maturata con i nostri clienti, le principali criticità che si riscontrano sono di due tipi:

  • la presenza di luoghi di lavoro distanti dalla direzione aziendale e la conseguente difficoltà di avere un monitoraggio ed una vigilanza adeguati, nonostante la disponibilità di strumenti informatici a supporto;
  • la difficoltà di fare proprio il know how (sia di sicurezza che tecnico) sviluppato in un progetto, in quanto le lessons learned restano a livello di organizzazione di cantiere, in assenza di una condivisione delle stesse con altri gruppi di lavoro aziendali e con la sede.

 

Ma le aziende hanno anche a disposizione strumenti per mitigare questi aspetti:

  • incontri formativi: consentono al personale di essere informato sulle modalità di gestione del rischio che l’azienda sta adottando, consentono di condividere le esperienze pregresse nonché di familiarizzare con le spesso ignorate posizioni di garanzia (es. preposto oppure dirigente di fatto) che ricoprono i tecnici in missione estera;
  • strumenti informativi per il document management: dedicati alla registrazione ed analisi degli eventi accaduti (incidenti ed infortuni, ma anche i near miss o mancati incidenti) al fine di consentire non solo un monitoraggio delle condizioni di lavoro, o di valutare gli operatori, ma anche di condividere con la restante parte dell’azienda gli eventi occorsi, condividendo solo le informazioni necessarie con le figure aziendali coinvolte.

 

Continua nelle prossime newsletter sul tema della sicurezza.