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A colazione con…. Prof. Luciano Mauro – IC&Partners
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A colazione con…. Prof. Luciano Mauro

Il mio amico Roberto mi ha chiesto 30 righe sulla situazione. Io sono un economista grande non un grande economista: evidentemente Roberto deve essere disperato, ma tanto è, ci sono gli amici, ci sono i fratelli e ci sono gli amici fraterni.

Iniziamo da dove siamo. Questo è uno shock negativo sia di domanda che di  offerta aggregate. La differenza rispetto al mercato di un bene, ad esempio delle banane, è che la croce di domanda e offerta vede il tasso di inflazione in ordinata e il PIL in ascissa. Un’altra differenza sostanziale è che le politiche monetarie e fiscali sono in grado di spostare domanda e offerta.

Nel breve periodo questo shock ha spostato in basso la domanda di beni e servizi ma anche l’offerta per via delle chiusure delle fabbriche, blocco delle filiere produttive etc.. In questo senso questa  crisi è diversa da molte altre. Il risultato è che l’inflazione in ordinata non cresce (prendete due matite, domanda e offerta, e fatele spostare una verso il basso, la domanda, e una verso l’alto, l’offerta) quindi non stagflazione all’orizzonte ma zero o bassa inflazione o addirittura deflazione (quindi cari amici tedeschi da questo punto di vista state sereni).

Politiche economiche?  Le ricette del  buon vecchio Keynes, ma anche Modigliani e Friedman ma anche il caro Barro. Politiche monetarie espansive devono evitare crisi di liquidità, fallimenti a catena, credit-crunch. Politiche fiscali espansive (meno tasse e più spesa publica) devono evitare la crescita delle distorsioni delle imposte e sostituire  almeno in parte il calo della domanda.

Ma adesso andiamo oltre, nel medio e lungo periodo. Questa è una guerra. Le guerre finiscono. Questa guerra farà morti (molti, troppi, ma relativamente pochi) ma non distruggerà il capitale fisico dei paesi (strade, ponti, case e fabbriche). Lascerà una montagna di debiti, privati e pubblici. Dopo il secondo conflitto mondiale le economie erano messe peggio (tranne gli USA che avevano il capitale intatto):   capitale fisico distrutto e un monte di debito. I paesi vincitori hanno pagato il loro debito, quelli sconfitti lo hanno bruciato con vari metodi tipicamente svalutandolo con la creazione di una nuova moneta. Tutti hanno iniziato a crescere così anche il problema del debito dei paesi vincitori si è risolto (d= Debito/PILnominale).  

Per l’Italia quando finirà questa guerra, avremo tre opzioni che di fatto sono due: ripudiare il debito rimanendo nell’euro (ma arriva la troika), uscire dall’euro e inflazionare il debito (innescando un armageddon finanziario per noi e per il mondo) o: CRESCERE per molti anni ad un tasso decente.

Attenzione non crescere del 10% per mesi o un anno, questo probabilmente avverrà per il rimbalzo della ripresa dei consumi e della produzione, ma crescere per molti anni al ragionevole tasso del  2% o 2.5%. Questo si chiama trend di crescita e l’Italia da venti anni ha un trend negativo mentre tutti gli altri lo hanno positivo.

Per far crescere il trend gli economisti hanno sviluppato negli ultimi  30 anni un bel po’ di modelli teorici che vanno sotto il nome  di Teoria della crescita e vi sono dei punti fermi sulle politiche economiche da adottare ma di questo se non vi ho annoiato troppo parleremo un’altra volta, ho superato le 30 righe mannaggia.

Fonte: Prof. Luciano MAURO, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università di Trieste, news@icpartners.it